LE NEUROSCIENZE
Le neuroscienze costituiscono un insieme integrato di discipline che ha per oggetto lo studio del cervello e del sistema nervoso degli organismi viventi a livello molecolare, biochimico e genetico. Scopo delle neuroscienze è quello di evidenziare la base biologica delle espressioni mentali e comportamentali dell’animale e dell’uomo a partire dallo studio dalle singole cellule nervose (neuroni) e di insiemi neuronali di ridotte dimensioni. Questo approccio è stato inaugurato da John C. Eccles nel suo volume Le basi neurofisiologiche della mente (1963). In esso si unificavano, sulla relazione portante instaurata tra neurobiologia (vale a dire lo studio di singole cellule nervose e ridotte assemblee neuronali) e neurochimica (cioé lo studio del sistema nervoso a livello molecolare e biochimico), informazioni precedentemente frammentate nei separati ambiti dell’anatomia patologica, della fisiologia e della clinica. In un secondo tempo si sono aggiunti i contributi della fisica, della cibernetica, della psicologia e della filosofia, la quale costituisce la più antica delle neuroscienze. I risultati di questo matrimonio di discipline, e soprattutto dei loro diversi apporti metodologici, si è rivelato sorprendente ed esplosivo. Negli ultimi 30 anni, le neuroscienze hanno avuto visto fiorire un significativo sviluppo anche grazie alla introduzione di nuove tecniche non invasive di indagine del sistema nervoso: un indice della sua rapida evolu¬zione è fornito dalla crescita delle associazioni scientifi¬che che raccolgono i ricercatori attivi in questo settore. Negli Stati Uniti d'America la Society for Neuroscience nacque nel 1971 con meno di 2.000 associati, mentre oggi conta più di 28.000 soci. All'inizio degli anni Settanta nasce in Europa la European Neuroscience Association, forte di circa 3.000 soci e nel 1983 viene costituita la Società Ita¬liana per le Neuroscienze. Se si considera quali sono state le tappe fondamentali dello sviluppo delle neuroscienze, ci si può rendere conto che esse sono andate incontro a una crescita e che questa crescita è fortemente intrecciata alla disponibi¬lità di metodiche, tecnologie e strumenti di analisi derivanti dalla fisica e dalla chimica. Gli studi sul sistema nervoso sono stati possibili alla disponibilità di tecniche sempre più selettive tenti. Ad esempio, la registrazione dell'attività elettrica ¬cerebrale è iniziata nel 1929, grazie alla messa a punto della tecnica dell'elettroencefalografia, che consente di registrare le variazioni di potenziale delle aree superfi¬ciali e profonde del cervello tramite elettrodi disposti sulla superficie cranica.
La diagnostica strumentale
Sono tecniche, in linea di massima, costituite dalla:
(1) tomografia assiale computerizzata (TAC);
(2) risonanza magnetica nucleare (RMN);
(3) tomografia a emissione di positroni (PET);
(4) tomografia a emissione di singoli positroni (SPET).
Questi strumenti, messi a punto nell’ambito della neuroradiologia, hanno consentito una conoscenza particolareggiata del funzionamento del sistema nervoso, rendendo necessaria una rilettura critica dei risultati delle singole discipline scientifiche. Esse forniscono inoltre utili indicazioni a discipline di confine come la:
(a) etologia;
(b) psicologia;
(c) psichiatria;
(d) neuropsicologia;
(e) neurologia.
La diagnostica strumentale può essere considerata come il risultato della applicazione di una serie di tecniche di neuroimmagine (brain imaging) adottate per indagare le alterazioni strutturali e funzionali dell’encefalo. Messi a punto o perfezionati in anni recenti, questi nuovi strumenti di indagine del sistema nervoso, molto avanzati e sofisticati, permettono di visualizzare il cervello umano in modo non invasivo, consentendo una approfondita analisi degli elementi costitutivi e della dinamica di funzionamento dell’encefalo e del sistema nervoso. Da questi studi emerge con sempre maggiore chiarezza l’esistenza di una stretta correlazione tra attività mentali e processi chimico-fisici del cervello. Viene così avvalorata l’ipotesi che la malattia mentale come quella neurologica non sia altro che l’espressione di una alterazione a livello delle cellule nervose. Queste tecniche hanno permesso di tracciare una cartografia funzionale del cervello, ad esempio individuare con notevole precisione le aree della corteccia coinvolte nelle funzioni motorie, nella sensibilità, nel linguaggio, in operazioni numeriche, nella presa di decisione, nell'attenzione, nell'emozione e via dicendo.Grazie alle tecniche di neuroimaging, si dispone oggi di numerosi studi sperimentali in cui vengono esplorate le funzioni di singoli neuroni, ma anche di cluster di neuroni, in corrispondenza a compiti cognitivi complessi; a tali studi rivolgono l’attenzione ricercatori di diverse discipline, come linguisti, pedagogisti, filosofi, e le possibili conseguenze dei diversi risultati iniziano ad essere usate pervasivamente in molti campi.
Nessun commento:
Posta un commento